Dopo la lettura della bolla pontificia da parte del cancelliere Mons. Francesco Murgia, il Vescovo ha ringraziato tutti ricordando che il termine canonico “presa di possesso”, che accoglie, sottintende il suo impegno di “servitore di tutti”, sempre pronto all’ascolto. Le porte della Chiesa saranno sempre aperte per tutti perché la “Chiesa non è del Vescovo, dei presbiteri, dei diaconi o dei laici. La Chiesa è di tutti”.
Reverendissimo e carissimo padre Roberto, a conclusione di questa Celebrazione, rendendomi interprete dei sentimenti del presbiterio, dei diaconi, dei religiosi e delle religiose e del popolo di Dio, desidero manifestarLe il saluto e l’augurio più sincero. Proprio qui, ad Ales, il 17 aprile 2016, per l’imposizione delle mani dei Vescovi consacranti ed una speciale unzione con il Crisma, il Signore stesso la rendeva “partecipe del sommo sacerdozio di Cristo” ed “effondeva su di Lei la sua mistica unzione e, con l’abbondanza della sua benedizione, dava fecondità al suo ministero”. Ed in quella stessa circostanza prendeva possesso canonico di questa Diocesi affidata alle sue cure pastorali. Di questa stessa Chiesa, a seguito della sua nomina ad Arcivescovo metropolita di Oristano il 4 maggio 2019, diveniva Amministratore Apostolico. Ora, con la bolla datata 3 luglio 2021, e di cui è stata data lettura, il Santo Padre Francesco la nomina Vescovo della Diocesi di Ales –Terralba, unendo in persona Episcopi le due diocesi. È lo stesso Codice di Diritto a “raccomandare vivamente che la presa di possesso canonico avvenga nella chiesa cattedrale in un atto liturgico alla presenza del clero e del popolo” (can. 382 § 4). Ma credo sia opportuno che la nostra riflessione superi l’aspetto puramente formale o giuridico dell’evento e si apra invece ad una prospettiva pastorale che, fondamentalmente, è quella da Lei stessa auspicata nell’atto di comunicare la notizia di questa nomina al Popolo di Dio. Non è difficile, infatti, intravedere nelle sue parole il vivo desiderio di un “più intenso percorso unitario” delle due Diocesi, nel segno di una vera collaborazione e di un’autentica e sincera disponibilità nell’impegno di evangelizzazione e di testimonianza della carità. Il momento che viviamo potrebbe definirsi di graduale transizione: le due Chiese locali conservano entrambe la loro storia e la loro identità, contrassegnate certamente da tante fragilità umane, ma anche rivelatrici della ricchezza e dell’abbondanza dei frutti dello Spirito, e si aprono ad una prospettiva che, come ha scritto recentemente qualcuno, potrebbe essere “sintetizzato nella formula paradossale di unità nella dualità” (don Nico Massa, in “il Nuovo Cammino”, n. 15, pag. 2). All’augurio più sincero perché Lei, carissimo Padre Roberto, possa guidare questo percorso di transizione con vera sapienza evangelica, uniamo la nostra preghiera, invocando il dono dello Spirito. Sia lui a sostenere il suo ministero perché le due Chiese “sorelle”affidate alle sue cure pastorali sappiano coraggiosamente intraprendere autentici percorsi “sinodali” e recare a tutti la gioia inconfondibile del Vangelo. Vegli sul cammino suo e delle nostre Chiese la Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, venerata sotto il titolo del Rimedio e di Santa Mariaquas.
Don Piero Angelo ZeddaVicario generale