Supporto alle vittime della guerra in Ucraina
Si fanno sempre più drammatiche in questi giorni le notizie che ci giungono dall’Ucraina, nonostante siano stati attivati i canali diplomatici che stanno portando ai negoziati Russia e Ucraina.
Proprio oggi, Mercoledì delle ceneri, papa Francesco ci invita a pregare per la pace e a offrire il digiuno penitenziale per la conversione del cuore e per invocare il dono della pace.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana il 28 febbraio ha invitato a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese.
Caritas in Ucraina – grazie anche al sostegno della rete internazionale, compresa Caritas Italiana – è sempre rimasta accanto alla popolazione e ora sta moltiplicando gli sforzi per poter raggiungere quante più persone possibili.
Caritas Ucraina, con sede a Lviv (Leopoli), ha già sostenuto 815.000 persone dopo la crisi del 2014, può contare sulla rete delle 36 Caritas diocesane e ha attivato 19 centri polivalenti in tutto il Paese per mettere in atto una risposta all’emergenza: accoglienza delle famiglie; trasporto verso amici, familiari o centri collettivi per ottenere riparo e sostegno; gestione di centri collettivi per dormire, mangiare, prendersi cura dei bambini. Caritas SPES, con sede a Kiev, lavora in 22 strutture d’accoglienza per piccoli gruppi per sviluppare un piano per l’evacuazione in sicurezza dei bambini che soggiornano nelle proprie strutture, nonché dei bambini ospitati all’interno di istituzioni statali, verso strutture attrezzate della Caritas nell’Ucraina occidentale.
Caritas Italiana, insieme a tutta la rete delle Caritas diocesane, le sostiene anche in questa emergenza, con aiuti concreti e con un ruolo promozionale, con l’invito anche a riflettere sulle cause della guerra e con costante attenzione alle persone. È inoltre accanto e a supporto delle Caritas dei paesi confinanti, per aiutarle nell’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Ha messo subito a disposizione i primi 100 mila euro per i bisogni immediati e ha lanciato una raccolta fondi.
In questo momento è essenziale non agire sulla scia dell’emozione suscitata dalle informazioni che ci giungono, ma agire secondo razionalità e con interventi mirati.
Per adesso Caritas Italiana non organizza direttamente nessuna raccolta di generi alimentari, vestiario o medicinali: il tema dei trasporti, delle dogane, dello stoccaggio e in generale di tutto ciò che concerne il passaggio di beni è delicatissimo e non può essere affrontato esclusivamente con la buona volontà.
Le stesse Caritas locali fanno fronte alle esigenze della popolazione o direttamente o dai Paesi limitrofi.
ALCUNE INDICAZIONI PRATICHE
Accoglienza di sfollati
La situazione è in continua evoluzione. Per effetto di accordi precedenti tra Ucraina e Unione Europea, i cittadini ucraini possono circolare liberamente in UE per 90 giorni, senza bisogno di permessi particolari, dunque stanno cominciando ad arrivare spontaneamente, spesso in collegamento con cittadini ucraini già presenti sul territorio italiano per lavoro o studio.
Pertanto tutti arrivano in condizione di regolarità, anche se finora si tratta di pochi casi.
È ovvio che le mete più facili sono soprattutto nella Penisola.
Cosa possiamo fare noi?
In Sardegna sono presenti cittadini ucraini (circa 3.000 persone secondo i dati) e forse qualcuno di loro vorrebbe portare qui alcuni familiari: si tratterebbe di un’accoglienza diffusa che potrebbe avvenire o direttamente a carico di famiglie che possono ospitare qualcuno in casa o in locali di proprietà di enti ecclesiastici o associazioni di volontariato. In ogni caso è sempre bene coinvolgere tutta la comunità cristiana nell’accoglienza, perché è impossibile stabilire a priori quanto potrà durare l’emergenza.
Raccogliamo eventuali disponibilità per dare vita – se si verificasse la necessità, d’intesa con le autorità pubbliche – a una rete di accoglienze diffuse in appartamenti, spazi parrocchiali, locali appartenenti a istituti religiosi o a privati cittadini. Le segnalazioni si possono fare alla mail: stranieri.caritasalesterralba@gmail.com
Alle Caritas parrocchiali e ai rispettivi Centri d’ascolto chiediamo di monitorare la presenza, nei territori, di profughi accolti presso le abitazioni di parenti e conoscenti già da tempo in Italia, per rilevarne eventuali bisogni.
È opportuno segnalare alla Caritas Diocesana (stranieri.caritasalesterralba@gmail.com) iniziative a livello parrocchiale, per coordinarci nel modo migliore: è sempre bene avere presente in nome di chi si accoglie.
Aspetti sanitari
Occorre ricordare che siamo ancora dentro la pandemia da Covid-19 e che l’Ucraina è uno dei Paesi con il tasso più basso di vaccinazioni effettuate: è dunque necessario che, in caso di accoglienza, si predispongano tamponi e quarantene e che si verifichi la reale vaccinazione.
Minori non accompagnati
Nel caso in cui si voglia accogliere un minore non accompagnato è sempre necessario informare la Prefettura e attivare il Tribunale dei Minori e il Comune. Anche qui sono da scoraggiare iniziative staccate dai canali ufficiali con le Autorità.
DONAZIONI IN DENARO
In questo momento risultano l’intervento più utile, che permette alla Caritas Italiana di supportare la Caritas Ucraina per tutte le spese relative all’assistenza degli sfollati ma anche di chi è rimasto in Ucraina.
Le donazioni, indicando come causale “Europa/Ucraina”, si possono effettuare ai seguenti IBAN:
- IT85F0101585550000000020736 c/o Banco di Sardegna
intestato a Diocesi Ales-Terralba – Caritas
- IT89O0306909606100000132831 c/o Intesa San Paolo
intestato a Diocesi Ales-Terralba – Caritas
IMPORTANTE
La Caritas Diocesana di Ales-Terralba non effettua raccolte di vestiti, generi alimentari, medicinali, coperte o qualsiasi altro bene in quanto non possiamo garantire il trasporto di questi prodotti vista la situazione di conflitto in atto, le procedure doganali e i costi di trasporto. La Caritas Diocesana raccoglie esclusivamente offerte in denaro.
Si invitano le Caritas parrocchiali ad attenersi a questa indicazione.