Un tema importante e stimolante quello dei Giovani e Fede, che P. José Luis Moral sdb, nella sua animata relazione ha approfondito, provocando in diversi modi i partecipanti
L’ Incontro Ecclesiale su “Giovani e Fede”, tenutosi sabato 11 novembre, è stato il primo passo a livello diocesano in preparazione al Sinodo dei Vescovi che si terrà a Roma nell’ottobre 2018 sul tema “I Giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Ad accogliere l’evento il Teatro Comunale di San Gavino, grazie alla disponibilità della stessa amministrazione. Una giornata intensa, iniziata verso le 8.30 che ha visto i convegnisti accolti dalle volontarie delle comunità di San Gavino.
Numerosi i partecipanti, esattamente 145, in particolare quanti si occupano di formazione ed educazione nell’ambito delle nostre comunità cristiane: parroci, animatori, catechisti, religiose e altri operatori. Significativa la preghiera iniziale, presieduta dal Vescovo Roberto, che ha visto coinvolti cinque giovani come rappresentati delle cinque foranie, portare ai piedi dell’icona della Vergine, cinque lampade accese, segno che per incontrare i giovani bisogna prendere ciascuno la propria lampada (la tua vita), mettere l’olio dell’ascolto e della speranza, per condividere con loro le fatiche e la bellezza di credere, e capire insieme come educare alla fede. Un tema importante e stimolante quello dei “Giovani e la Fede”, che P. José Luis Moral sdb, docente ordinario di Pedagogia religiosa e Istituzioni presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma, nella sua animata e corale relazione ha saputo approfondire, riuscendo più volte a provocare e interrogare i numerosi partecipanti. Dopo una breve pausa, i lavori son ripresi con i laboratori tematici: Come parlare di fede nel mondo digitale; Post Cresima e fuga: interrogativi e prospettive; Giovani lontani? Perché se ne vanno?; Idee per un progettazione pastorale; L’oratorio è ancora una offerta formativa per ragazzi e giovani? Nei cinque laboratori con attenzione i facilitatori hanno aiutato il gruppo ad entrare nel tema, ad approfondire i vari interventi attraverso delle domande e a farne sintesi. Il pranzo si è svolto nei locali del Teatro, grazie all’attento servizio del Ristorante Santa Lucia che ha realizzato un pasto all’insegna della Sagra dello Zafferano. Verso le 15 la ripresa dei lavori è avvenuta con la testimonianza di Davide Moreno, giovane animatore e cantautore, che con la musica ha voluto condividere il suo cammino di fede.
Particolare anche la testimonianza svolta sempre da Davide, accompagnato questa volta da Alberto Ibba, che tramite una simpatica drammatizzazione teatrale hanno ripercorso il loro itinerario di giovani dalla cresima ad oggi, ormai verso la maturità, raccontando le tante esperienze vissute: dai campi scuola alle Giornate Mondiali della Gioventù sino ai vari impegni teatrali e musicali in parrocchia. Lo spazio anche per un “insolita” intervista doppia, dove due fratelli Davide ed Elia Piras si son visti proporre diverse e impegnative domande sulla vita, sulla fede e sulla relazione con la Chiesa. A seguire le sintesi dei vari laboratori tematici, che abbiamo riportato nelle pagine seguenti, che hanno avuto modo di delineare un quadro preciso dei lavori svolti nella mattinata.
La sintesi del relatore si è soffermata sopratutto nel ribadire l’importanza dell’ascoltare i giovani, l’incontro passa per l’ascolto di quel ragazzo e ragazza distante, oppure vicino. L’ascolto, ha più volte sottolineato, significa che non programmi tu la sua vita, che non imponi regole e norme, o cammini pastorali, ma prima di tutto accogli l’altro a partire da quello che lui desidera di più.
Quando tu investi tutta la vita, il tuo tempo, i tuoi pensieri, il tuo pregare, per un giovane, quando una comunità è disposta a dare la vita per i suoi ragazzi allora avviene un cambiamento. Dallo scontro generazionale si passa all’incontro di generazioni, dallo scontro per il disfattismo del “prima era meglio” si giunge all’incontro dell’altro generato dalla speranza di ciò che oggi quel giovane può essere per la Chiesa e per il mondo. A concludere l’intervento del Vescovo Mons. Carboni che ha consegnato a ciascuno il mandato, chiedendo di far diventare questa giornata non un evento o un ricordo, ma l’inizio per un cammino verso una Chiesa diocesana laboratoriale.
E.D.
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Intervento del Vescovo all’incontro ecclesiale
“Prima condividere, per educare”
L’incontro ecclesiale diocesano dal tema: Giovani: dialogare, condividere, educare, di sabato 11 novembre, si è concluso. I frutti non si vedranno subito, perché un incontro ecclesiale non ha lo scopo di dare soluzioni o ricette facili, ma piuttosto suscitare processi, scaldare il cuore, muovere le menti e spingere la prassi verso nuovi itinerari. Si tratta di un incontro che vuole essere un primo passo, come Chiesa diocesana, verso il Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2018, che Papa Francesco ha voluto per i giovani e dei giovani. Al Sinodo certo parteciperanno soprattutto Vescovi, ma dopo aver ascoltato con attenzione i giovani, le loro domande, le inquietudini e i sogni. La nostra Diocesi, accogliendo l’invito del Papa, ha voluto coinvolgere i giovani e gli educatori per favorire il dialogo, la condivisione e una riflessione sulla prassi educativa. Le parole-chiave che hanno ispirato la preparazione dell’incontro ecclesiale sono state: inclusione, dialogo, accompagnamento, incoraggiamento, invito. Non è stato un incontro solo per i giovani. Prima di questo appuntamento, un altro incontro proposto dalla Pastorale Giovanile regionale sarda ne ha convocato con successo molti.
L’idea di fondo è stata quella di includere i giovani, ma in un dialogo con gli adulti con i quali si confrontano quotidianamente nel loro percorso di vita: genitori, insegnanti, animatori, presbiteri, religiose, catechisti, amici. La Chiesa, più che mettersi in posizione di “maestra” ha voluto porsi accanto ai giovani, farsi anche lei discepola, per ascoltare insieme a loro quella Parola del Signore che tutti ci convoca. Nella riflessione scaturita dall’incontro ecclesiale ci si è domandati con franchezza, seguendo la riflessione di Papa Francesco: “i giovani, cosa pensano? cosa sentono? cosa vogliono? cosa criticano e di quali cose si pentono? Ci siamo resi conto che i giovani, tutti i giovani, quelli “vicini” per esperienza, per scelta, per consuetudine, ma anche quelli “lontani” per scelta e consuetudine, bisogna ascoltarli davvero. Esporsi alle loro domande, incontrarli dove si trovano e sono veramente. Questo invita, anzi obbliga la Chiesa, ciascuno di noi, a uscire dalle sicurezze e dai luoghi soliti e “comuni” per avventurarsi verso il nuovo. Non si tratta solo di luoghi fisici, ma spesso di territori mentali, modi di vedere la realtà, il Vangelo, la persona di Gesù, la Chiesa stessa.
Insomma, il Papa ci invita a rischiare, ad aprirci al nuovo. Chiama gli stessi giovani a rischiare per seguire la loro vocazione. L’ immagine che viene usata nel documento preparatorio al Sinodo è quella del seme. Esso va piantato, curato, portato a maturazione. Tutti noi: amici, educatori, formatori in dialogo con i nostri giovani, siamo chiamati ad aiutarli a discernere la loro vocazione che è vocazione alla vita, vocazione ad aprirsi, ad interrogarsi, ad essere generosi. Noi stessi dobbiamo incamminarci nel difficile sentiero del discernimento per aiutare poi altri a comprendere e leggere la propria vita e come il Signore sta agendo e parlando negli avvenimenti. Come dovrebbe essere il profilo di questo “accompagnatore” con cui tutti siamo chiamati ad identificarci? In primo luogo un uomo, una donna dallo sguardo amorevole, che non giudica o condanna. Poi, che parla con voce autorevole perché fondata sulla Parola autorevole di Gesù. Quindi farsi prossimo: non distante, ma accogliente. Impara a camminare accanto ai giovani come ha fatto Gesù con i discepoli di Emmaus, dando sempre una testimonianza di autenticità. Per far questo bisogna uscire dagli schemi, incontrare e vedere i giovani, chiamarli e accompagnarli dove si fa esperienza di gratuità e generosità. Saremo capaci di metterci in movimento e di rischiare?
+ Roberto Carboni, vescovo