Nei giorni conclusivi della visita pastorale di Padre Roberto Carboni a San Gavino Monreale, c’è stato l’incontro con i rappresentanti degli studenti del Liceo Marconi-Lussu. L’aula magna della sede di via Tommaseo, che ha una capienza ridotta per poter accogliere i 1070 studenti che frequentano il liceo cittadino, ha consentito solo a due rappresentanti delle 54 classi di rivolgere personalmente le domande che precedentemente sono state formulate a livello di classe.
Padre Roberto, don Emmanuele e i tre sacerdoti delle parrocchie sangavinesi, don Pierangelo, don Elvio e don Massimo, sono stati accolti dalla dirigente, la prof.ssa Pisanu Vincenza, dalle docenti di religione Valentina Onnis, Barbara Pinna e Lucia Soddu e da alcuni rappresentanti del personale Ata e da alcuni docenti.
Le due ore trascorse con i ragazzi e le ragazze sono “volate”,
prima però di iniziare lo scambio di domande e risposte, prof. Manno, docente in pensione, ma vero pilastro della scuola, ha voluto presentare al Vescovo la storia della scuola. Ha messo in evidenza l’origine, negli anni ’50 del secolo scorso, di quello che per tutti è stato l’Istituto Magistrale” voluto dall’allora vescovo della diocesi di Ales-Terralba, Mons. Tedde. La volontà era quella di risollevare un territorio che risentiva di una forte povertà e di una mancanza di formazione, soprattutto di scuole. Nacque così la scuola per la formazione delle maestre, inizialmente come scuola magistrale poi come istituto magistrale, per alcuni anni ci fu anche il biennio ginnasiale vedendo tra il proprio corpo docente esponenti di grande rilievo come prof. Ricci, autore di letterature e studioso di Dante. Negli anni ’70 divenne istituto statale e nacque anche il liceo scientifico dedicato a Guglielmo Marconi; da qualche anno i due licei formano un unico Istituto d’Istruzione Superiore con diversi indirizzi: Liceo scientifico e delle scienze applicate, liceo delle scienze umane e liceo linguistico.
Dopo il saluto da parte della Dirigente e del rappresentante degli studenti, Francesco Muntoni, che hanno ringraziato Padre Roberto per la sua presenza si è data subito la parola al Vescovo che ha ricambiato i saluti e ha ringraziato per l’invito a voler incontrare anche gli studenti che frequentano il liceo sangavinese.
Padre Roberto si è presentato ai ragazzi e alle ragazze “raccontando di sé”, la sua origine e la frequenza del liceo classico ad Oristano, il suo percorso nell’ordine francescano, gli studi teologici e psicologici, l’esperienza ad Assisi, a Cuba e in giro per il mondo a contatto con giovani che intraprendono strade che forse appaiono “diverse” per chi ascolta.
E subito i ragazzi sono diventati protagonisti
perché quando vengono interpellati dimostrano tutta la loro curiosità e le incertezze ma ancor di più il voler mettersi in gioco: non solo i ragazzi ma insieme a loro Padre Roberto che ha risposto senza sosta alle innumerevoli domande, nate da uno scambio avvenuto in classe, sono stati i portavoce dei loro compagni, quelle voci sono state le parole di 1070 studenti.
E allora a chiedere perché i giovani sono sempre più carichi d’ansia e cosa possono fare gli adulti per aiutarli a superarla, perché la chiesa non riesce ad attirare la loro attenzione o ancora se per incentivare le vocazioni non dovrebbe essere abolito il celibato sacerdotale, oppure perché la chiesa non consente a persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio, cosa si può fare per creare una comunità inclusiva tra credenti e non credenti, i rapporti tra fede e scienza, l’uso dei social è da demonizzare. Sono solo alcune delle curiosità a cui padre Roberto ha risposto, puntuale, esaustivo anche se sarebbero serviti almeno altri 10 incontri per poter approfondire e coinvolgere in una vera e propria discussione tutti i ragazzi e le ragazze.
La giornata si è conclusa con il canto dell’Ave Maria in sardo, solista è stata Federica, accompagnata al piano dalla prof.ssa Atzeni, ma con un coro d’eccezione, docenti, compagni, i sacerdoti e il vescovo, il buon augurio e l’aiuto da parte di Maria per questo anno scolastico che si avvicina alla conclusione e che sia l’inizio di un nuovo percorso tra due importanti agenti educativi: scuola e chiesa.
Alcuni docenti