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Insediato il Nuovo Consiglio Pastorale Diocesano

Giovedì primo giugno, nel Centro Pastorale di San Gavino si è riunito per la prima volta il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano.

Dopo il saluto e il ringraziamento ai presenti, per la disponibilità e per il servizio alla Chiesa diocesana, il vescovo, mons. Roberto Carboni, ha ricordato che il Consiglio Pastorale Diocesano (CPD) è l’organismo attraverso il quale i rappresentanti del popolo di Dio (presbiteri, diaconi, consacrati e laici) partecipano attivamente alla vita della Chiesa locale. Questa partecipazione deve realizzarsi attraverso lo studio delle situazioni della Chiesa locale e diocesana e delle problematiche delle parrocchie e delle Foranie, per arrivare all’individuazione di linee pastorali che possano rispondere alle esigenze individuate. Il CPD dev’essere il segno e lo strumento della comunione, caratteristica fondamentale della Chiesa locale, così come di quella universale.

Il Vescovo ha voluto un CPD fortemente rappresentativo dell’intero territorio. I suoi membri provengono sia dai grandi centri che dalle realtà più piccole (come Zeppara o Simala). Numerosi i giovani e le donne, quest’ultime costituiscono circa il 50% del totale dei rappresentanti laici.

Dopo un’essenziale presentazione di ciascun membro del CPD e la nomina del segretario, si è passati a una condivisione sul tema della serata: La chiesa diocesana di Ales-Terralba: diminuzione del clero, Unità Pastorali, ruolo dei laici, sfide e prospettive nel cammino pastorale. Numerosi gli interventi, orientati a sottolineare luci e ombre della propria realtà di appartenenza.

Si è potuto constatare come la nostra Chies diocesana sia in cammino e dove, fra gli altri obiettivi, vi è la realizzazione effettiva delle unità pastorali. In questo percorso si incontrano spesso delle resistenze, che talvolta si potrebbero chiamare anche “campanilismi”, che rendono difficile la realizzazione di questo obiettivo. D’altra parte non mancano anche segnali in senso contrario: in molte parrocchie alcune attività, come quelle relative alla Pastorale della salute, agli oratori o alla catechesi, stanno diventando una realtà condivisa all’interno dell’Unità Pastorale di appartenenza.

La vera sfida che ci attente è la elaborazione di linguaggi comuni. Per l’attuazione delle linee-guida indicate dal Sinodo diocesano è necessario infatti riflettere insieme sulle realtà significative della nostra Chiesa locale, come Caritas, catechesi, oratorio ecc. per elaborare una strategia comune e per progettare percorsi condivisi. Si è pure sottolineata talvolta la mancanza o la difficoltà nella comunicazione: questo ha portato in diversi casi all’organizzazione di eventi, anche simili, in contemporanea. Da qui la necessità di coordinare maggiormente il calendario e i vari progetti. Tra le realtà positive presenti in diocesi molti hanno sottolineato l’importante impegno della Caritas diocesana nei confronti dei giovani disoccupati e degli immigrati, anche attraverso la realizzazione delle cooperative sociali.

Tanti gli argomenti trattati, dalla pastorale sociale alla necessità di individuare percorsi vocazionali. Una prima fotografia della diocesi da cui si dovrà partire per focalizzare le problematiche prioritarie e i percorsi per affrontarle.

Rita Minnei, segretaria del CPD

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