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Ministri Straordinari della Comunione il 19 Febbraio in Cattedrale

Si avvicina il 19 febbraio, giorno nel quale il nostro vescovo padre Roberto Carboni rinnoverà o conferirà per la prima volta il mandato dei Ministri straordinari della Comunione. La Santa Messa sarà celebrata alle ore 17 nella Cattedrale di Ales. È sempre un momento particolarmente significativo e intenso quello che, nella nostra diocesi, riguarda circa 170 persone, che svolgono questo delicato e prezioso ministero. Prendendo spunto da un decreto del 31 maggio 2002 dell’allora arcivescovo di Torino, il card. Severino Poletto, riflettiamo sui significati di questo servizio ecclesiale. L’Eucaristia, massimo dei doni lasciati da Cristo Signore alla sua Chiesa, esige una conoscenza sempre più approfondita e una partecipazione sempre più viva alla sua efficacia di salvezza. Per favorire e facilitare la possibilità di accostarsi alla santa Comunione, sono stati istituiti i Ministri straordinari della Comunione Eucaristica. Il documento dove viene presentata in modo specifico l’identità del ministro straordinario della Comunione Eucaristica è l’Istruzione della Santa Sede Immensae caritatis, emanata il 29 gennaio 1973. L’istituzione di questi Ministri “straordinari” ha quindi lo scopo di provvedere alle circostanze nelle quali manchi un sufficiente numero di ministri ordinari (Vescovi, presbiteri, diaconi) o straordinari istituiti (accoliti) per la distribuzione della santa Comunione e cioè, come precisa l’Istruzione Immensae caritatis: – durante la celebrazione della Messa, a motivo di un grande affollamento dei fedeli oppure per qualche particolare difficoltà in cui venga a trovarsi il celebrante;
– fuori della celebrazione della Messa, quando, per le distanze dei luoghi, è difficile portare le sacre Specie, soprattutto in forma di Viatico, agli ammalati che si trovino in pericolo di morte, oppure quando il numero degli infermi, soprattutto negli ospedali o in istituti simili, richieda l’opera di più ministri.
Pertanto – prosegue la stessa Istruzione – affinché i fedeli, che sono in stato di grazia e hanno retta e pia intenzione di accostarsi al convito eucaristico, non siano privati dell’aiuto e del conforto di questo Sacramento, il Sommo Pontefice ha ritenuto opportuno istituire Ministri straordinari che possano comunicarsi da se stessi e distribuire agli altri fedeli la santa Comunione, alle seguenti precise condizioni: è data facoltà agli Ordinari dei luoghi di consentire che persone idonee, individualmente scelte, possano, in qualità di ministri straordinari, in singole circostanze o anche per un periodo di tempo definito, oppure anche permanentemente in caso di necessità, sia cibarsi da se stesse del pane eucaristico sia distribuirlo agli altri fedeli e portarlo agli ammalati nelle loro case,
quando:
a) manchino il sacerdote, il diacono e l’accolito;
b) i medesimi siano impediti di distribuire la santa Comunione a motivo di altro ministero pastorale, per malattia e per età avanzata;
c) il numero dei fedeli che desiderano accostarsi alla santa Comunione sia tale da far prolungare eccessivamente la celebrazione della Messa o la distribuzione della Comunione fuori dalla Messa […].
Poiché queste facoltà sono concesse unicamente per il bene spirituale dei fedeli e per i casi di vera necessità, i sacerdoti debbono tenere presente che tali facoltà non li dispensano dall’ufficio di distribuire l’Eucaristia ai fedeli che legittimamente chiedono di riceverla e, in modo particolare, dall’ufficio di portarla e amministrarla agli ammalati.
Questo ministero richiede una specifica preparazione pastorale e liturgica, come ancora precisa il Pontificale Romano: nella quale si porrà in luce il vincolo che esiste fra il malato e il mistero di Cristo sofferente, fra l’assemblea radunata nel giorno del Signore e la vittoria pasquale sulla morte e sul male, fra l’effusione dello Spirito e l’annunzio ai fratelli della lieta novella di liberazione e di guarigione.
Aumentando il numero dei ministri per la distribuzione della Comunione Eucaristica durante le Messe molto affollate, non si intese certo abbreviare la durata delle celebrazioni, quanto piuttosto poter disporre di un maggior tempo per celebrare meglio gli altri momenti dell’Eucaristia e, in particolare, per dilatare i così necessari momenti di silenzio previsti nel Rito della Messa.
Così pure, aumentando il numero dei ministri per portare la Comunione Eucaristica agli ammalati, non si intese certo dispensare i presbiteri dalla loro insostituibile cura pastorale e sacramentale dei malati. Si intese piuttosto aiutare i presbiteri ad offrire agli ammalati più frequenti occasioni di ricevere il Corpo del Signore, anche in ricambio del loro contributo singolarmente prezioso per la comunità cristiana e per la salvezza del mondo.
Il nostro grazie a Dio per tutti, consacrate e fedeli laici, ricchezza preziosa per la nostra Chiesa diocesana.

don Elvio Tuveri
Responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano

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