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Omelia del Vescovo Roberto per Santa Mariaquas 2024

OMELIA PER SANTA MARIAQUAS 

SARDARA TERME – 23 SETTEMBRE 2024

Un saluto di Pace e bene a tutti voi Fratelli e sorelle, alle autorità civili e militari, al signor sindaco di Sardara. 

La festa di Santa Mariaquas manifesta ogni anno la nostra devozione alla Madre del Signore e la nostra fiducia in Lei, per presentarle quelle invocazioni e preghiere che sono nel nostro cuore, perché Lei stessa le presenti al Suo Figlio Gesù. Questo appuntamento liturgico segna anche la ripresa nel cammino pastorale nelle nostre comunità cristiane, dopo la pausa estiva. Questa nostra assemblea manifesta la ricchezza e la varietà delle vocazioni nella nostra chiesa Diocesana di Ales-Terralba, che desidera riprendere il cammino con nuovo entusiasmo, e nonostante le fatiche e difficoltà, confidare nel Signore e nel soccorso di Sua Madre Maria, per affrontare quotidianamente la promessa di fedeltà al vangelo. Siamo arrivati qui come in un pellegrinaggio, se non proprio a piedi almeno con un cammino interiore, spinti dal desiderio di portare alla Madre del Signore le nostre gioie e speranza, le sofferenze e le fatiche nostre e delle nostre famiglie. Cosa dire alla Madre di Gesù, cosa portare dinanzi ai suoi occhi? Mi pare che in primo luogo presentiamo la nostra

GRATITUDINE

Ancora una volta celebrare Maria, la Madre del Signore, ci permette di riflettere e approfondire il mistero dell’incarnazione del Signore che ha voluto farsi nostro fratello in umanità nascendo da donna, come dice san Paolo nella Lettera ai Galati (Gal 4,4). Dio, nella Sua Onnipotenza, poteva fare tutto da solo, ma ha voluto coinvolgere l’uomo, la donna, nel progetto di redenzione che aveva pensato dopo il peccato di Adamo. Siamo qui allora per dire grazie a Dio Padre per questa nostra Sorella in umanità che al tempo stesso è nostra Madre. Infatti, proprio Gesù dalla Croce l’ha affidata al discepolo Giovanni, che ha rappresenta ciascuno di noi. A Maria poi, dicendo “Ecco tuo figlio”, ha affidato la nostra umanità. Per mezzo di questo affidamento materno noi possiamo avvicinarci a Maria e invocarla, pregarla, chiederle una grazia. Infatti, Ella è attenta alle nostre fatiche e sofferenze.

E infatti siamo qui per presentare a Lei la nostra INTERCESSIONE E PREGHIERA. 

La liturgia ci ricorda che l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo è l’uomo Gesù, Figlio di Dio. Ma Egli, nella Sua sapienza ha voluto coinvolgere Sua Madre in questa opera di Mediazione, affidando a Lei il compito anche di presentare le nostre sofferenze e fatiche. Il Vaticano II, nella Lumen Gentium 61, ha detto che Maria “ha «cooperato in modo unico all’opera del Salvatore» (Lumen Gentium, 61). La cooperazione salvifica di Maria inerisce alla sua funzione materna verso gli uomini, un influsso che «sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da esso assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia». Quando nelle nozze di Cana Maria dice a Gesù:” Non hanno più vino”, presenta a Suo Figlio una situazione di povertà, di limite, di difficoltà. E Gesù accoglie quella segnalazione della Madre, dando inizio, dice l’evangelista Giovanni, al “primo dei segni” della Sua missione in mezzo a noi. Trasforma con abbondanza l’acqua in vino. Un segno profondo che parla dell’antica Alleanza, significata dalla giare di pietra e dall’acqua che diviene la nuova Alleanza, il vino buono e abbondante. Ma il Signore si serve dell’aiuto dei servi. Essi, senza saperlo, senza rendersi conto, collaborano attivamente a quel segno mirabile. Anche noi siamo un po’ come quei servi, che collaborano modestamente con il Signore per realizzare la sua opera. 

Ecco allora che l’ultima cosa che abbiamo nelle nostre mani e che ci viene chiesta da Maria è la responsabilità.

RESPONSABILITA’

A conclusione di questa celebrazione sarà distribuita la Lettera alla Comunità che ho scritto alla Diocesi di Ales- Terralba e Oristano e idealmente a ciascuno di voi qui presenti. Si tratta di una riflessione che riprende una parola di Gesù che invita ciascuno ad annunciare il Vangelo. Tutti siamo chiamati. Questo impegno non è solo per i preti, i religiosi, alcune persone della parrocchia. Come battezzati siamo chiamati a diffondere il vangelo attraverso la nostra parola e azione. Vi invito a leggere la Lettera, a discuterla nella vostre comunità. Una delle parola che ritornano frequentemente è quella della corresponsabilità.  Infatti, nelle nostre   comunitàgià facciamo esperienza di dover condividere i presbiteri, poiché essi devono impegnarsi non solo in una, ma in due, tre e anche quattro parrocchie. A tutti loro va il mio ringraziamento per l’impegno e la disponibilità. Ma ci rendiamo conto che non si può avere il ritmo che si aveva dieci anni fa. Oggi si chiede a tutti ed è una grazia del Signore questo nuovo momento, di partecipare, collaborare, coinvolgerci senza aspettare passivamente.

Chiediamo alla Madre del Signore, che veneriamo con il titolo di Santa Mariaquas, di accogliere la nostra preghiera, di sostenere il nostro impegno e quello dei nostri sacerdoti, di sanare le tante ferite che ci posson essere nel nostro cammino.  Amen     

+Roberto Carboni 

Foto di @CristinaUras

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