
OMELIA DEL VESCOVO ROBERTO
Cari fratelli e Sorelle, prima di offrirvi una breve meditazione sulla celebrazione che stiamo vivendo, permettete di leggervi un augurio autorevole e significativo. Il Santo Padre Papa Francesco ha voluto rispondere con generosità e paternità a una richiesta che gli ho fatto tempo fa parlandogli della celebrazione di oggi e di Mons. Modesto Floris, del suo 100mo compleanno, dei 75 anni di sacerdozio e dei suoi molti impegni pastorali nella nostra Diocesi di Ales- Terralba.
Papa Francesco, in modo inaspettato ha voluto farsi presente con questo messaggio firmato da Lui e con l’invio di un rosario specialmente benedetto da consegnare a Don Modesto.
Il Vescovo da lettura del testo del Santo Padre Francesco.
Siamo qui riuniti per la felice ricorrenza dei cento anni di Mons. Modesto Floris, qui nel paese che gli ha dato i natali. Siamo riuniti per manifestargli i nostri sentimenti di considerazione, di affetto, di gratitudine. Lo facciamo nel modo proprio dei cristiani, con la celebrazione della Eucaristia: è ringraziamento a Dio per il dono della vita, per il dono della vocazione sacerdotale, per il dono del tanto bene seminato e raccolto in questi anni di ministero. Rendiamo Grazie a Dio perché è Lui l’autore di ogni vita e il Signore della storia di ciascuno di noi.
Grazie per i doni che Dio ha dato a questo nostro fratello sacerdote, colmandolo dei suoi doni e dando la forza per affrontare le difficoltà, che possiamo immaginare non siano mancate in un tragitto così ampio di vita e ministero, ma siamo certi il nostro fratello don Modesto ha superato con l’aiuto della fede, della grazie e delle qualità che il Signore gli ha dato.
Questa celebrazione è sotto il segno della Madre di Dio. Oggi la liturgia, dopo la festa celebrata ieridella S. Croce, ci presenta la Vergine Addolorata. Maria che partecipa alla passione del Signore, ne condivide in qualche modo il dolore e al tempo stesso per volontà del Suo figlio si unisce in modo unico alla comunità dei discepoli, rappresentati tutti, anche noi, nel discepolo Giovanni.
Sono certo che il ministero di mons. Modesto Floris è stato illuminato dalla presenza della Madre del Signore, e anche le fatiche che certamente vi sono state, sono state sostenute per l’aiuto della Madre di Gesù che sta sotto la croce. I molti impegni di ministero ci parlano di uno vita spesa nel servizio. Vorrei ricordare solo i principali : nel 1948 vice parroco di Arbus, poi di Gonnosfanadiga, di San Gavino, di Guspini. Assistente diocesano di Azione Cattolica. Missionario in America Latina in Messico dal 1964 al 1967; parroco di Collinas nel 1967, e poi di S. Barbara in Villacidro. Dal 1989 Direttore dell’ufficio missionario, dal 1998 responsabile della Commissione arte sacra; sempre dal 1998 parroco di S. Simeone in Zeppara, Canonico della Cattedrale, Consigliere dell’Istituto Sostentamento del Clero, e dal 2008 Canonico Penitenziere della Cattedrale. Si ritira poi a Pau dove continua la sua collaborazione in parrocchia.
Come vede una quantità impressionante di impegni. La forza è il Signore stesso che l’ha data. Dio che non sta semplicemente accanto a noi, in un atteggiamento di sostegno, ma lasciando che con le sole nostre forze ci districhiamo nel cammino. No! Dio ci solleva e ci porta su di sé. Ci porta in braccio, come gesto di protezione e di amore. Tale è stata la sua protezione per Israele: «il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che avete fatto» Dt 1,31.
La serenità con cui Mons. Floris ci mostra i suoi cento anni è testimonianza che questo sostegno e questa amorosa protezione da parte di Dio non gli sono mancati, e noi preghiamo che non gli manchino nell’avvenire. Il vangelo di Giovanni ci permette di approfondire ulteriormente il mistero di una vita sacerdotale che si distende negli anni in unione al Signore. Nel suo discorso di addio ai discepoli, prima di entrare nella sua Pasqua di morte e risurrezione, Gesù svela il suo cuore e mostra come dall’amore del Padre verso di lui è scaturito l’amore suo verso i discepoli, fondamento del “rimanere” reciproco di Gesù nei discepoli e dei discepoli in lui. La vita di chi si lascia amare da Gesù è collocarsi in lui, vivere con lui e in lui, e guardare al mondo a partire dal suo amore. Non si passano cento anni di vita senza rimanere schiacciati da eventi e problemi, a meno che non si assuma lo sguardo di Cristo e il suo cuore. Ma Gesù dice anche di più, quando definisce il suo legame con i discepoli come un’amicizia. È questo il volto segreto di ogni esistenza sacerdotale, il dono che Gesù fa a coloro che egli sceglie. È un dono, e lo prova la gioia della vita di un sacerdote, ed è un impegno, perché implica di amare come Gesù ha amato. Questa dedizione senza riserve ci ha mostrato Mons. Floris in questi anni e con lui ne rendiamo grazie al Signore. Il Signore lo ha scelto, egli ha risposto con generosità, ne sono scaturiti frutti per la la Diocesi di Ales- Terralba. Gliene siamo grati. Voglia il Signore accompagnare ancora i suoi giorni, caro Monsignore. Lo chiediamo in questa celebrazione, certi che, come Gesù ha assicurato nel vangelo, il Padre concederà quello che chiediamo nel suo nome
+Roberto Carboni, vescovo di Ales- Terralba








Foto di @Cristina Uras
1 Commento
Cinzia
Tanti auguri al mio caro parroco da villacidro. Sin da bambina mi hai insegnato ad amare sempre.Ci hai insegnato il catechismo e non ti dimenticherò mai.