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Omelia per la Presentazione del Signore, 2 febbraio 2022

Presentazione del Signore al Tempio –  2 febbraio 2022

Carissime Consacrate e Consacrati, fratelli e sorelle,

Celebriamo oggi, nella festa liturgia della Presentazione del Signore, la giornata di preghiera, gratitudine e intercessione per la Vita Consacrata. È una buona occasione per riflettere su quale sia il posto e l’impegno che tutti i Consacrati devono assumere nel contesto ecclesiale che stiamo vivendo a livello di Chiesa Italiana e Chiesa Diocesana, e cioè la partecipazione attiva al “cammino sinodale” a cui il Papa ci ha invitato.

La liturgia ci invita a far crescere in noi un atteggiamento di gratitudine a Dio. Infatti, la Vita Consacrata, la vita di tanti fratelli e Sorelle che si donano al Signore è dono gratuito nella chiamata e dono gratuito nel consegnarsi al Signore che chiama. Ti ringraziamo Signore, perché arricchisci la Tua Chiesa di tanti carismi, di tante vie di santità e annuncio del vangelo.

Alla gratitudine uniamo la preghiera di intercessione per tutti i consacrati, per voi che siete qui stasera. Il dono che il Signore vi ha fatto nella chiamata è un “tesoro”, come ci ricorda l’apostolo Paolo che custodite e custodiamo in vasi di argilla. Esso fa i conti con la fragilità, e chiede un costante “impegno” di fedeltà e perseveranza. Per questo è necessario pregare per voi, perché siate fedeli, perseveranti, sappiate illuminare tutte le altre vocazioni nella Chiesa con la luce della vostra donazione. 

Il contesto sociale ed ecclesiale in cui vivete la vostra vocazione è certo impegnativo e per certi versi duro e difficile nei confronti della vita consacrata. Infatti, la fatica che tutta la Chiesa, anche la nostra chiesa diocesana, avverte nell’intraprendere nuovi cammini di testimonianza della vita cristiana, la fatica nell’annunciare ai giovani il vangelo, nel renderlo attraente con la testimonianza, è avvertito anche nella vita consacrata che vede una drastica diminuzione nel numero di giovani e giovani che si avvicinano e scelgono questa vocazione. Questo comporta una riflessione attenta sulla presenza e testimonianza di ogni Congregazione religiosa, una riflessione sulle attività e l’impegno nella Chiesa, spingendo verso una riflessione su come continuare il cammino.

Il nostro oggi come Chiesa, lo accennavo prima, è segnato in modo importante dall’invito al cammino sinodale che Papa Francesco ha proposto per tutta la Chiesa e in special modo per la Chiesa italiana e quindi per la nostra Chiesa Diocesana.

In diverse occasioni abbiamo riflettuto sul significato del cammino sinodale e sono certo che anche nelle vostre Comunità avete affrontato questo tema e vi siete già impegnate sia nel fare esperienza di ascolto sinodale che nel coinvolgere i membri della Congregazione.  Infatti, al centro del cammino sinodale sta l’ascolto. Certo, chi vive la Vita Consacrata è abituato nei ritmi della vita religiosa a viver momenti di incontro e formazione: i capitoli, le riunioni le assemblee formative della comunità e della Congregazione. Ma qui non si tratta solo di esercizio di ascolto dentro la comunità di vita religiosa, quando piuttosto di aprirsi all’ascolto della e nella chiesa diocesana in cui si vive.

Invito le comunità religiose di aprirsi all’ascolto della realtà che le circonda. Spesso, per il vostro compito di educazione (in scuole primarie o secondarie, nel contatto con i bambini e ragazzi) siete chiamati ad entrare in relazione con le famiglie, i genitori. Vi esorto a fare ascolto sinodale in quel contesto, anzi direi, create le condizioni per incontrare le famiglie e genitori, per ascoltare da loro qual è la Chiesa che vorrebbero, come si può contribuire con la propria presenza e testimonianza per far crescere la Chiesa in uscita.

Voi, come comunità di vita consacrata, fate sapere alla comunità, al popolo di Dio, come vedete il cammino delle Chiesa diocesana, quali ostacoli e resistenze si devono togliere perché il suo cammino sia spedito. Il tempo di pandemia ha messo in evidenza tante difficoltà nel cammino della Chiesa; sono emersi i limiti, la partecipazione poco convinta, la frattura con mondo giovanile, la difficoltà nel cammino di iniziazione cristiana e la richiesta di sacramenti non sempre accompagnata da reale convinzione e scelta. Ma vi è stato anche il desiderio di una fede più profonda, un bisogno di preghiera e di spiritualità, il desiderio delle famiglie di vivere e trasmettere la fede ai figli, etc…

Ancora una volta, affrontando il cammino sinodale è necessario chiedersi: “Cosa vuole il Signore da noi? Cosa ci sta chiedendo? Questa domanda è per tutti noi e anche per la vita consacrata che non può accontentarsi solo di “portare avanti” quello di sempre, ma deve interrogarsi sul proprio presente e sul futuro.

Invochiamo il Signore perché aiuti tutti noi ad avere uno sguardo più profondo e attento. Nel vangelo di Luca, l’anziano Simeone dice: “«I miei occhi han visto la tua salvezza» (Lc 2,30), solo lui vede in Gesù il Salvatore, oltre le apparenze di un bambino, piccolo, fragile. Però riesce con gli occhi dello spirito a vedere la salvezza, perché lo Spirito Santo gli fece riconoscere in quel tenero neonato «il Cristo del Signore» (v. 26.

Chiediamo di saper cercare Gesù nei fratelli e nelle sorelle che abbiamo ricevuto in dono, che vivono la nostra stessa consacrazione ma anche tutti gli altri cristiani, uomini e donne, che formano il popolo santo di Dio. Insieme a loro viviamo lo stile sinodale, stile di ascolto, di accoglienza, di condivisione.

Ci aiuti in questo la Madre di Gesù e san Giuseppe che oggi presentano il piccolo Gesù al Tempio. Siamo essi a presentarci e accompagnarci al Signore, perché sappiamo sempre ascoltare la Sua Parola.

+Roberto, vescovo

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