Ai carissimi parroci, vicari parrocchiali, sacerdoti collaboratori e diaconi e a tutti i fedeli laici.
Al momento di promulgare il Decreto riguardante le esequie, con alcune disposizioni specifiche per la Diocesi, desidero con questa mia lettera offrire alcune considerazioni ed elementi di riflessione che aiutino a comprendere le motivazioni e lo spirito che ha ispirato il documento.
Il tempo di pandemia, come ben sappiamo, aveva reso necessarie alcune decisioni riguardanti l’ambito delle celebrazioni comunitarie, miranti soprattutto a evitare assembramenti e situazioni che potessero favorire il contagio da covid-19.
Fra le varie decisioni vi erano state quelle particolarmente dolorose della limitazione nella celebrazione delle esequie in chiesa per evitare assembramenti e del divieto di cortei sia dalla casa del defunto – dove si conserva tale consuetudine – sia dalla chiesa al cimitero.
Nel ripristino graduale delle ordinarie celebrazioni e processioni nel territorio della Diocesi, non era stato formalmente revocato il decreto di proibizione dei cortei funebri, anche a motivo delle sollecitazioni che mi sono pervenute da numerosi parroci, volte al mantenimento della conclusione in chiesa della celebrazione delle esequie con il rito delle ultime raccomandazioni.
Il motivo principale era di favorire i parroci che ormai devono, o dovranno nel giro di qualche anno, occuparsi di due, tre e anche quattro parrocchie.
Il nuovo contesto pastorale ha imposto una revisione radicale degli impegni dei parroci e della presenza pastorale dei presbiteri nelle varie comunità, orientando verso scelte nuove e stimolando la riflessione su come armonizzare la cura della comunità cristiana e l’attenzione al presbitero, nella sua concreta responsabilità di più comunità parrocchiali, con il conseguente dispendio di energie, di tempo e di sollecitudine pastorale.
Inoltre, sempre in riferimento alle esequie, in molte cittadine della Diocesi, anche di media grandezza, i cortei funebri non sono più autorizzati, dal momento che le autorità civili non garantiscono il servizio d’ordine e il controllo del traffico e, come conseguenza, la responsabilità del corteo ricadrebbe esclusivamente sul parroco.
Il Consiglio Presbiterale Diocesano (sia di Oristano che di Ales- Terralba) ha riflettuto sul tema, per ben tre sessioni, in questi ultimi mesi, valutando i pro e i contro di alcune scelte.
Nella sessione di fine gennaio 2023 entrambi i Consigli Presbiterali hanno quasi all’unanimità approvato il testo del Decreto che vi viene inviato.
Vi chiedo pertanto di comprendere il senso di tali scelte.
In primo luogo, esorto i parroci a mettere in evidenza, illustrando il contenuto del Decreto, l’obiettivo di valorizzare nella celebrazione delle esequie gli elementi già presenti:
- la preghiera in casa del defunto,
- la celebrazione della Santa Messa,
- l’accoglienza in chiesa e i riti della Commendatio e Valedictio,
- la possibilità di pregare in chiesa il Rosario con la partecipazione della Confraternita quando è presente nella comunità
Inoltre, laddove è pastoralmente possibile e in dialogo con le famiglie del defunto, si proponga una messa unica nel caso di più defunti, per evitare moltiplicazione di celebrazioni, e anche di svolgere, quando è possibile, la celebrazione al mattino.
La sapienza pastorale del parroco sarà rilevante nel valutare circostanze e situazioni ed aiutare i fedeli (per altro in molte comunità – come già detto – già non si fanno i cortei funebri) a comprendere le ragioni di tale scelta, che, come detto, risponde fin d’ora ad una situazione nuova (più comunità parrocchiali affidate a un solo parroco), che diventerà sempre più frequente in futuro.
Inoltre, sarà importante, per le comunità dove sono ancora presenti e attive le Confraternite o altre associazioni o pii sodalizi, coinvolgere i Confratelli nella preghiera (es. preghiera in casa del defunto; quando è possibile la recita del rosario in chiesa prima della Messa) e recuperare il loro servizio durante la celebrazione Eucaristica (letture, preghiere dei fedeli, servizio alla mensa).
Invito, specialmente i parroci, ad aiutare le comunità a vivere con attenzione e piena partecipazione i segni eloquenti già presenti nel rito delle esequie e a tutti auguro un ministero pastorale sereno e fecondo.
Cordiali saluti
Oristano – Ales 11 febbraio 2023 – B.V. di Lourdes
+ Roberto Carboni