Presso l’aula magna del Liceo “E. Piga” di Villacidro, mercoledì 13 marzo, gli studenti con gli insegnanti– in particolare le classi quinte del Liceo Classico e Linguistico – hanno incontrato il vescovo Mons. Roberto Carboni, in occasione della sua visita pastorale alla cittadina villacidrese.
L’incontro, coordinato dai rappresentanti degli studenti e dalla dirigente la Dott.sa Maria Rita Aru, s’è trasformato da formale accoglienza del Vescovo con una bellissima esibizione musicale, ad un partecipato dialogo sulla relazione tra società e giovani e Chiesa e giovani.
Particolarmente interessante il discorso rivolto da una studentessa, Rebecca, che ha evidenziato come la questa scuola “sia frequentata da ragazzi e ragazze intraprendenti; ricca di personalità diverse che costituiscono il punto di forza del nostro Istituto”. Giovani ricchi di potenzialità, queste spesso però non riconosciute dagli adulti e in generale nel dibattito sociale.
Un invito che ha suscitato l’interesse del Vescovo, è stato quello dove Rebecca ha sottolineato l’abbandono e la distanza che si crea con la realtà ecclesiale: “questa non sempre riesce ad offrire un esempio chiaro e coerente dei valori di cui si fa portavoce, perdendo così credibilità ai nostri occhi. Spesso veniamo giudicati ed etichettati come generazione “senza valori”, ma di ciò siamo responsabili noi tanto quanto gli adulti che hanno l’importantissimo compito di trasmetterceli. Abbiamo bisogno di essere ascoltati, compresi e aiutati a superare i nostri limiti che, siamo coscienti, sono tanti. Ci piacerebbe essere più attivi all’interno della comunità, nella quale spesso non ci sentiamo accolti”.
Padre Roberto ha incoraggiato i giovani presenti a sentirsi importanti per l società, come per la Chiesa, che si è impegnata nel cercare si comprendere come poter entrare sempre più in dialogo con le nuove generazioni, come nel Sinodo dei Giovani del 2018. Ha ricordato quanto sia sempre più necessario offrire ai giovani la possibilità di dar voce alle loro potenzialità e passioni, rinziando a metterci seriamente in ascolto di ogni giovane, senza che loro vengano in Chiesa, ma noi come comunità ecclesiale farci vicini abitando i loro luoghi di raduno.